Basket femminile, l’Italia sfida la Turchia. C’è la naturalizzata più alta del torneo, ma non solo

Andiamo a scoprire quali saranno le carte della Turchia, prossima avversaria dell’Italia nei quarti di finale degli Europei femminili. Dal 2017 le azzurre non arrivavano a questo punto, dal 1995 non vincevano tre partite di fila (nel caso furono otto, ma mancò l’ultima, la nona, la finale). Per la Turchia un record importante da quando ha iniziato a partecipare alle competizioni a squadre femminili: una finale persa nel 2011, il terzo posto del 2013, i quinti posti del 2015 e 2017. Da quell’anno, però, sono arrivate solo eliminazioni immediate.

Quest’anno la selezione turca ha cambiato varie cose. Non l’allenatore: è rimasto Ekrem Memnun, in carica dal 2022 e già con un passato di un certo livello (assistente di Oktay Mahmuti all’allora Efes Pilsen, poi vincitore dell’Eurolega femminile con il Galatasaray, già coach della selezione nazionale dal 2015 al 2018 e poi appunto dal 2022). Dal 2024 è tornato al Galatasaray e in questo senso ciò può tornare a suo vantaggio, avendo allenato per una stagione Cecilia Zandalasini, al netto del fatto che proprio quest’annata sia stata caratterizzata da mille problemi per la stella azzurra. Problemi dei quali, come si è visto, si sta liberando prima in WNBA e poi in azzurro.

Proprio da Galatasaray, Fenerbahce e Cukurova, le tre squadre di spicco del panorama turco, arriva il blocco più ampio di giocatrici. Tra queste colei su cui si riversano molte attenzioni è fuor di dubbio Sevgi Uzun, che è riuscita a farsi strada fino in WNBA con la maglia delle Phoenix Mercury, anche se fino ad ora il suo ruolo è stato abbastanza limitato (ma per certi versi non può essere diversamente: convive con Laksa, Akoa Makani, Copper, Whitcomb e Held, cinque giocatrici ognuna con un livello di forza elevato). Al Fenerbahce ha chiuso la stagione di Eurolega con 6,9 punti e 3,4 assist di media, anche qui in un roster stellare. Per lei nella rassegna momenti di basket di gran qualità e partenze di un certo livello alternate a scelte rivedibili.

La protagonista numero uno del roster, però, è anche la naturalizzata: Teaira McCowan, centro classe 1996 del Texas terza scelta assoluta al Draft WNBA 2019 e in campo in Turchia dal 2021. Ha acquisito la cittadinanza turca nel 2023, e come naturalizzata è stata preferita a Quanitra Hollingsworth (che i memori degli Europei 2017 ricordano bene, ma in negativo, vista la gomitata violentissima a Chicca Macchi). McCowan è l’unica giocatrice oltre i 2 metri della manifestazione: 2.04, per l’esattezza. Questo aiuta molto la lunga anche delle Dallas Wings in WNBA: 16,3 punti (settima), 13,7 rimbalzi (prima), 58,6% dal campo (quarta), 57,1% da due (sesta), ma anche un contraltare evidente: 4 palle perse a gara. Per adesso come valutazione è la quarta miglior giocatrice del toreo (22,7). La combinazione altezza-braccia lunghe aiuta, ma riuscirà a essere innescata ancora dalla squadra?

Nel ruolo di play è Olcay Cakir a prendersi le sue responsabilità: capitana classe 1993, facente parte del gruppo del Fenerbahce, ha un’ottima capacità di far girare la squadra, e per lei non parlano solo i 5,3 assist ad allacciata di scarpe finora messi insieme (11a nella rassegna). Va detto che è proprio il reparto play della Turchia a saper usare bene le linee di passaggio, considerato che nella stessa classifica Alperi Onar, altra valida interprete nello spot di 1, è sesta (nonché ottava per percentuali dal campo e da due), e soprattutto contro la Grecia è stata una chiave importante.

A rimbalzo, oltre a McCowan, si fa apprezzare Elif Bayram, ventitreenne ala grande del Galatasaray che sfiora i 10 di media nella competizione (e 12 contro la Francia). In doppia cifra di media c’è anche Tilbe Seynurek (12 a gara), mentre ci va vicina Goksen Fitik (8.7).

Il resto del roster è per il momento, se non di contorno, qualcosa di molto simile: all’atto pratico si attua una rotazione a sette con scampoli delle altre (Derin Erdogan, Sinem Atas, Elif Istanbulluoglu, Pelin Bilgic ed Esra Ural). Le sette in questione, però, sanno che cosa significa il concetto di qualità. E c’è anche una certa capacità di reggere la pressione, perché non è facile giocare di fronte alla platea record del Peace and Friendship Stadium, che in Grecia-Turchia ha battuto il record della manifestazione nel secolo corrente: 10.503 spettatori.

Infine, il capitolo dedicato alle statistiche di squadra (si parla sempre di medie): la Turchia è seconda per punti realizzati (81), prima per percentuali dal campo (48,3%), quinta da due (42,2%), seconda da tre (41%, qui l’Italia non è lontana: quarta col 36,1%). 71,4% in lunetta (7° posto). A rimbalzo è prima (45,7 a gara, con l’ovvio plus di McCowan), per assist è sesta (21,3 a gara), ma di palloni ne ruba pochi: 4,3 a partita. Per contro ne perde tanti (17,3). Nel complesso è terza per valutazione totale (98 sul computo delle tre gare del girone al Pireo).

Fonte: OA Sport – Articolo completo

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