La Francia pensa in grande, è proprio il caso di dirlo. In Italia si è concentratissimi sugli ormai imminenti Giochi Olimpici invernali di Milano Cortina 2026, ma non bisogna dimenticare come l’edizione 2030 sarà organizzata dai “cugini” transalpini. Al riguardo, nei giorni scorsi è stata resa nota una notizia che merita di essere approfondita.
Le gare di salto con gli sci (e combinata nordica, se sarà ancora nel programma a Cinque cerchi) si disputeranno a Courchevel. Gli impianti, per quanto validi, iniziano ad avere una certa età. Dunque la manifestazione olimpica è l’occasione propizia per ammodernarli. Più o meno la stessa situazione in cui si è trovato il nostro Paese con lo stadio del salto di Predazzo.
Ebbene, i francesi hanno annunciato la volontà di ricostruire i trampolini di Courchevel in maniera tale da tramutarne uno nel più grande del mondo della sua classe, quella dei Large Hill, ossia le strutture più diffuse, sulle quali si disputa la maggior parte delle gare.
Difatti è stato annunciato un progetto che prevede come il venturo impianto abbia un punto HS (Hill Size) fissato a 149 metri, quattro in più del trampolino di Willingen, situato in Assia, che da quasi un quarto di secolo detiene il record di grandezza dei cosiddetti Large Hill.
Ovviamente, gli impianti di volo come quello di Planica (il cui HS è a 240 metri) restano irraggiungibili, ma non si assegnano medaglie olimpiche nel volo con gli sci. Si parla di una branca diversa del salto, con regole affini, ma differenti (per esempio, si deve essere maggiorenni per cimentarsi su un Flying Hill).
Ancora incerto il costo dell’operazione, si parla di un investimento tra i 60 e i 70 milioni di euro. A occuparsi della ricostruzione sarà Pierre Bailly, lo stesso uomo che poco meno di quarant’anni fa edificò gli attuali trampolini di Courchevel.
“Nel 1989 non pensammo solo ai Giochi olimpici del 1992” – ha detto a Ledauphine.com, la testata che ha svelato il progetto – “avevamo come obiettivo quello di costruire degli impianti duraturi. Ed è esattamente ciò che vogliamo fare ora, per le prossime Olimpiadi. Non pensiamo al 2030, bensì al 2040 e al 2050”.
Insomma, non manca l’ambizione in Francia, neppure se si parla di strutture legate a una disciplina che, come in Italia, è marginale nella geografia sportiva transalpina. Marginale, però, non significa insignificante o trascurata.
Può diventare, viceversa, occasione di esprimere viepiù il concetto di Grandeur. Si potrà essere scettici quanto si vuole, ma questo significa avere davvero amor proprio. Se il progetto diverrà realtà, lo scopriremo a breve. La ricostruzione comincerà nei prossimi mesi e dovrà essere completata entro il 2029.
Fonte: OA Sport – Articolo completo