Sono giorni cruciali per il futuro della KTM, come azienda e come marchio presente in MotoGP. Venerdì 23 maggio scade, infatti, il termine ultimo per rimborsare il 30% dell’enorme somma di denaro che la Casa austriaca deve a una serie di creditori. L’indebitamento, pari a oltre 2 miliardi di euro, ha portato il prestigioso marchio sull’orlo del fallimento.
Non si sta giocando una partita legata solo all’aspetto sportivo, sia chiaro. In queste ore si decide il destino di migliaia di lavoratori, dipendenti di una corporation precipitata in una acuta crisi, dalla quale sta cercando di non farsi affondare. Si vocifera che quattro società di investimento siano disposte a garantire i 600 milioni di euro necessari al gruppo Beier per rispettare la deadline di venerdì, fissata da mesi per colmare un terzo della voragine finanziaria generatasi.
Ovviamente, l’evoluzione dei fatti andrà a ripercuotersi anche sull’impegno agonistico. KTM è una superpotenza del Motomondiale, poiché schiera quattro moto ufficiali in MotoGP e porta avanti un autentico programma junior nelle categorie formative, con tanto di numeroso “parco piloti” da crescere (Brad Binder e Pedro Acosta rappresentano il primo e l’ultimo prodotto di pregio della cantera). Difficile pensare che tale dimensione possa essere mantenuta nel prossimo futuro.
Bisognerà innanzitutto capire quali saranno le strategie aziendali a medio termine. La presenza in MotoGP per il 2026 non dovrebbe essere discussione, ma quella per il quinquennio 2027-2031 è tutto fuorché scontata. In primis sarà necessario comprendere “se” la Casa di Mattighofen accetterà la sfida del nuovo regolamento tecnico, impiegando risorse per lo sviluppo di una nuova moto. Nell’eventualità che la risposta sia affermativa, si vedrà il “come”, ovvero i termini e le condizioni del suddetto impegno rinnovato.
È lapalissiano come, per la MotoGP nel suo complesso, la prosecuzione del programma agonistico KTM sia questione essenziale. L’uscita di scena di Suzuki, improvvisa e anticipata, a fine 2022 è stata una brutta botta, non assimilata completamente. Perdere un altro marchio dal 2027, scendendo a quattro, sarebbe un durissimo colpo da incassare e potrebbe imporre uno sforzo ulteriore alle aziende italiane e giapponesi per garantire un campo partenti di almeno 20 moto.
A meno che, in qualche modo, non si arrivi alla soluzione vociferata tra la fine 2024 e l’inizio del 2025, ovvero la cessione in blocco dell’intero comparto agonistico KTM alla BMW, che in questo modo comincerebbe la sua avventura nel Motomondiale con una struttura solida e rodata. Ipotesi reale, oppure solo fantasie? Ne sapremo di più a brevissimo, perché la data del 23 maggio non può essere procrastinata in alcun modo.
Fonte: OA Sport – Articolo completo