Pattinaggio artistico: i russi Stepanova-Bukin scrivono al CIO dopo l’esclusione dalla qualifica olimpica

Alexandra Stepanova-Ivan Bukin non ci stanno. La coppia di danza russa nelle scorse ore hanno scritto una lettera al Comitato Olimpico Internazionale e alla Federazione Internazionale di pattinaggio artistico per chiedere delle spiegazioni dopo la loro esclusione dalla prova di qualificazione per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 prevista nel mese di settembre a Pechino.

La scorsa settimana come sappiamo l’ISU ha pubblicato la più che contenuta lista degli atleti che hanno guadagnato l’ok per poter partecipare alla prova in Cina in qualità di pattinatori neutrale, comprendendo di fatto soltanto la fuoriclasse Adelia Petrosyan e Petr Gumennik, due specialisti del singolo accompagnati dai due eventuali sostituti, ovvero Alina Gorbacheva e Vladislav Dikidzhi, tagliando fuori in toto i team dei danzatori e delle coppie d’artistico. Nel comunicato non è stata indicata la motivazione di tale ragione, anche se si presuppone che i profili vagliati non abbiano raggiunto il livello di idoneità indicato in fase di selezione (tra le altre cose, era necessario dimostrare di non aver mai supportato il confitto bellico ancora in fase di svolgimento in Ucraina).

Attraverso un video messaggio molto condiviso sui social, i due russi hanno voluto fare sentire le sue ragioni: “Questo è il nostro messaggio ufficiale ai rappresentanti dell’International Skating Union e del Comitato Olimpico Internazionale, rappresentati dalla Presidente dell’organizzazione Kirsty Coventry. Siamo pattinatori che rappresentano il nostro Paese sulla scena internazionale da oltre 10 anni. Abbiamo vinto medaglie ai Campionati Europei, partecipato ai Campionati del Mondo e partecipato alle Olimpiadi di Pechino 2022. Eravamo ambiziosi candidati per le Olimpiadi di Milano 2026. È con grande dolore e delusione che abbiamo recentemente appreso della decisione dell’International Skating Union di non permetterci di partecipare alle qualificazioni olimpiche. Purtroppo, non abbiamo ricevuto alcuna spiegazione ufficiale in merito a questa decisione.

Stepanova-Bukin hanno quindi proseguito: “Questa lettera è un tentativo di ottenere le risposte che noi, come atleti professionisti, meritiamo. All’illustre Comitato ISU, vorremmo capire perché siamo stati esclusi dalla lista dei candidati. Quali azioni o circostanze specifiche hanno guidato questa decisione? Perché alla nostra coppia non è stata nemmeno data la possibilità di lottare per un posto alle Olimpiadi? Quali criteri sono stati utilizzati per il processo di selezione, ed è stato trasparente e coerente per tutti gli atleti? Stiamo indirizzando questo appello anche alla Sig.ra Kirsty Coventry, Presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Sappiamo che questa decisione non è stata presa da Lei personalmente. Tuttavia, crediamo sinceramente che una persona con la Sua esperienza e autorità possa influenzare le azioni delle organizzazioni sportive. Signora Coventry, ci rivolgiamo innanzitutto a lei, che ha alle spalle anni di allenamenti estenuanti, qualifiche intense, lo stress della competizione e la gioia della vittoria. Siamo certi che nessuno capisca meglio di lei cosa significhi vivere con il sogno delle Olimpiadi”.

I due pattinatori hanno quindi concluso: “Non è la prima volta che ci succede. Nel 2018 ci è stato negato il diritto di partecipare alle Olimpiadi senza alcuna spiegazione. All’epoca non siamo stati nemmeno informati in anticipo, né siamo stati accusati di alcunché o giudicati colpevoli di alcun illecito. Abbiamo semplicemente continuato ad allenarci. Oggi la storia si ripete e, ancora una volta, ci ritroviamo senza risposte. Non siamo politici; siamo atleti. Siamo pattinatori artistici che hanno lottato fin da bambini per il diritto di pattinare sul ghiaccio olimpico. Per secoli, i valori olimpici si sono fondati sulla ricerca dell’eccellenza, sulla competizione leale e sul rispetto reciproco. Dove sono oggi questi valori? Signora Coventry, lei è l’orgoglio del suo Paese, lo Zimbabwe. Immagini se le venisse negato il diritto di partecipare alle Olimpiadi solo a causa della sua nazionalità. Nessuna spiegazione, nessun processo, nessuna possibilità di difendersi. È esattamente quello che ci stanno facendo oggi. Le chiediamo, in qualità di rappresentante del Movimento Olimpico, di intervenire e di esigere che l’ISU fornisca una spiegazione ufficiale della nostra esclusione. Chiediamo che ci venga restituito il diritto a una competizione leale. Che il nostro sogno venga ripristinato. Crediamo nello spirito olimpico. Crediamo che lo sport debba essere al di sopra della politica. E speriamo che anche voi ci crediate”.

Fonte: OA Sport – Articolo completo

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