Dario Puppo, in compagnia di Massimiliano Ambesi e Guido Monaco, è stato come sempre protagonista da direttore d’orchestra in TennisMania, il programma in diretta sul canale YouTube di OA Sport. Tema principale, anzi sostanzialmente unico: la finale di Montecarlo tra Lorenzo Musetti e Carlos Alcaraz.
Una nota statistica: “In 18 hanno fatto finale a Montecarlo e semifinale a Wimbledon. Sono già abbastanza. Ma quanti hanno fatto medaglia alle Olimpiadi, al netto di che ci sono dal 1988? Questa situazione, andando anche indietro nel tempo bisogna prendere i tre sul podio a Parigi e in più ci metti Nadal. L’assortimento è completo. Per dire che comunque l’abbinata terra-erba è interessante. Poi oggi è difficile contro Alcaraz“. Il tema, evidentemente, non si racchiude solo con loro, e si nota che comunque le Olimpiadi hanno il sui generis dei quattro anni.
Tema inevitabile del linguaggio: “Turpiloquio, bestemmie: adesso basta, Lorenzo. Sei diventato troppo famoso per potertelo permettere. E poi c’è un’altra cosa: come potremmo fare a meno dei dialoghi? Quella tra Tartarini e Musetti sta diventando una commedia dell’arte. Il tema Musetti è stato molto ricorrente: sarebbe bello ricordarci quello che è stato ed è Lorenzo. Quando perdeva con Djokovic, Tsitsipas al Roland Garros, veniva rimontato. E adesso li rimonta lui quelli forti. Si diceva che questo ragazzo non aveva tenuta fisica, che non lottasse. Ma a me pare che al di là di quello che ha spiegato Tartarini è un ragazzo con una condizione fisica pazzesca. E adesso ha tirato fuori il carattere“.
Considerazioni tra superficie e finale: “Penso di averlo detto nel guardare certe partite al Roland Garros tre anni o più fa. Musetti è un animale da palcoscenico. Ora è facile dirlo, ma lo diciamo da quando è iniziata TennisMania specie quando si gioca su questa superficie. Alcuni dicono che Musetti oggi ha il 5% di possibilità. No, ne ha di più. Poi dipende da se s’è svegliato bene, quattro battaglie le senti“.
Infine Puppo si lancia sulla tematica Alcaraz: “Forse mai come in questa settimana Lorenzo, pur partendo così male, aveva quel momento in cui iniziava a entrare nelle pieghe del match e nella testa dell’avversario. Lui inizia a fare una cosa che da fastidio agli avversari: prende loro il tempo. Se comincia a prendere il tempo, a giocare più profondo, e le risposte sono effettivamente un po’ il tema circa il dove sta in campo, nel corso della partita può riuscire a modificare queste cose. Chiaramente più si alza il livello e più diventa difficile. Alcaraz, però, non è ancora completamente con frequenza stabile di altissimo livello. Il problema è che Alcaraz in finale per batterlo ci vuole qualcosa d’importante. Djokovic, in quelle due situazioni importanti, Cincinnati e Olimpiadi, e anche Australian Open, a fare questo. Chiaro che Alcaraz patisce Djokovic, ma per gli altri giocatori è più difficile perché non hanno la carriera di quello lì. Se l’ha fatto con gli altri, potrebbe farlo in parte con Alcaraz. A un certo punto ho avuto la sensazione che la partita si era spostata, dovevano solo essere sfruttate le chance. Se Musetti riuscirà a dare una sensazione a un certo punto della partita, potrà diventare interessante. Dipende molto da Alcaraz. Tutto no. Per Alcaraz è importante. Montecarlo è storico, la terra è la sua superficie. Musetti su questa superficie lo consideriamo top 5 sul rosso? Se non è 5 è 6, ma è tra quelli“.
Paragoni particolari: “Errani-Musetti? Paragone tirato. Sara riusciva a tirar fuori i difetti degli avversari, ma il gioco di Lorenzo è un’altra cosa. Limitandoci alle sue incredibili abilità, tipo il passante in corsa di dritto, un giocatore così in un torneo è un po’ che non si vede, poi per scomodare il nome devi scomodare quello là“.
Futuro: “No, non ci va a Barcellona. Non ha senso. Al di là del fatto che è stanco, ora deve ragionare in modo diverso. Anche perché il potenziale bottino dell’erba può essere molto diverso da un anno fa“.
Ancora sulla finale odierna: “Se si troverà in una posizione da recuperare le smorzate, Lorenzo può gestire la situazione soprattutto sulla palla corta. Anche con Alcaraz psicologicamente questo è un match diverso da tutti gli altri, perché è l’altro che deve vincere. Andrà in campo con una situazione anche diversa. Se riuscisse Musetti a vincere il primo set, avrebbe una chiave di energie che può magari permettergli di giocarsela poi al terzo. Anche se con Alcaraz non puoi aspettarti troppe cose, è più vicino di quanto possa pensare. Poi magari finisce 6-3 6-3…“.
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Fonte: OA Sport – Articolo completo