Nella puntata di Sprint Zone, trasmissione andata in onda sul canale YouTube di OA Sport, condotta da Ferdinando Savarese, l’ospite speciale è stato Diego Nappi, velocista sardo classe 2006, che ha festeggiato i suoi 18 anni il 10 agosto, ovvero il giorno successivo alla vittoria agli Europei U20 di Tampere nei 200 metri, e nell’occasione ha parlato della stagione che lo ha portato a cogliere questo importante successo.
Il racconto dei momenti immediatamente successivi alla vittoria centrata in Finlandia: “Una volta arrivato al traguardo si vede proprio che rimango 10-15 secondi seduto, perché in quel momento ho voluto prendere del tempo per me stesso, ripensando a tutta la stagione difficile, poi si sente un grido liberatorio, stavo giusto pensando a tutto quello che mi era successo durante l’anno: nonostante tutto sono riuscito a fare ciò che volevo“.
L’esordio stagionale a Savona, poi lo stop: “Non avevo fatto una bella partenza, ma negli ultimi 100 metri mi ero piaciuto tanto, andando tutto sommato vicino al personale ad inizio stagione va bene, considerando tutto. Poi ho iniziato un’altra serie di infortuni che non ha sicuramente aiutato“.
L’8 giugno a Lucca l’infortunio: “Purtroppo verso 40-50 metri dall’arrivo mi sono stirato, ho sentito tirare, quindi purtroppo non ho finito la gara, per non peggiorare l’infortunio ho dovuto smettere di correre, e diciamo che a un mese dagli Italiani ed a due mesi dagli Europei non è mai il massimo un infortunio“.
L’eliminazione in semifinale ai Campionati Italiani Under20: “Fisicamente non ero in condizione, io avevo messo le chiodate quella settimana, e quindi non ero molto in condizione, ma a prescindere non è stato un errore di valutazione, ma proprio un blackout mentale. Non so, non è da me, non so cosa sia successo, però da quel giorno ho deciso che tutto il mese dovevo lavorare sodo, sistemare il più possibile perché non avrei voluto perdere un’altra volta in quel modo, soprattutto“.
La svolta a Tampere, sin dal primo turno: “Dopo la batteria si vede un attimo che mi emoziono, è scesa qualche lacrimuccia, perché io in testa avevo gli Italiani e quel 21″81, fuori dalla finale col nono tempo, per me era una cosa assurda, ho gli incubi la notte ogni tanto su quella gara. Già ai 100 metri iniziare a girarsi e poi decelerare, guardare il crono e leggere 20″95 è stata una botta di fiducia assurda: ho proprio capito che potevo fare bene, finalmente“.
La strategia utilizzata nella finale di Tampere: “Se si va a vedere il mio stile di gara, di solito non ho una partenza così tanto aggressiva. Io non ho una grandissima partenza, anche alle indoor si vede quando faccio i 60 che ho molta difficoltà. Poi ho sicuramente preso tanta fiducia, durante il riscaldamento avevo deciso di provare una partenza forte, ma al terzo appoggio sono inciampato, stavo cadendo e mi sono lasciato prendere un po’ dal nervoso, però ho detto ‘Devo provare questa in gara, o tutto o niente’. Tra adrenalina e sicuramente un pizzico di fortuna, il terzo appoggio a questo giro mi ha retto ed infatti si è visto, sono riuscito a partire bene finalmente“.
Conclusione sulla possibilità di essere convocato per i Mondiali, in chiave staffetta 4×100: “Io subito mi sono messo a disposizione, visti i problemi che hanno gli assoluti, comunque ho subito detto che se c’è bisogno io ci sono tranquillamente, le vacanze me le posso anche spostare per andare a Tokyo. Vedremo le convocazioni ufficiali, ma se c’è bisogno io ci sono, l’ho sempre detto, anche perché dal punto di vista personale, soprattutto, penso sia un traguardo veramente importante, e sarebbe un’esperienza che mi porterei dietro anche per il futuro, conoscendo già il gruppo degli assoluti, sicuramente per quando sarò più grande, almeno conosco già il gruppo, sono già ambientato e riesco a capire già come mi devo muovere durante le gare veramente importanti, come appunto i Mondiali“.
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Fonte: OA Sport – Articolo completo