Lorenzo Rota: “Prima del 2020 volevo smettere. La squadra sa che la mia regolarità è utile”

In un panorama ciclistico sempre più ricco di giovani talenti e veterani affermati, Lorenzo Rota si è fatto strada con determinazione. Nato a Bergamo nel 1995, Rota ha vissuto una crescita graduale, fino ad affermarsi tra i protagonisti delle Classiche e delle corse a tappe più impegnative. Con la sua resilienza e la capacità di farsi trovare pronto nei momenti decisivi, è diventato uno degli uomini chiave della formazione Intermarché–Wanty, quest’anno alla sua quinta stagione.

Come stai?

“Sto meglio, mi sto riprendendo adesso da una brutta influenza che ho avuto dopo la Drome Classic. Sono stato una settimana completamente senza bici, ho ripreso poi gradualmente ma ho perso almeno due settimane. Ho ricominciato ai Paesi Baschi la scorsa settimana a ritrovare buone sensazioni in corsa e questo mi dà fiducia in vista delle Ardenne”.

Hai avuto una crescita costante negli ultimi anni, in controtendenza con il ciclismo di oggi. Qual è stato, secondo te, il momento di svolta nella tua carriera?

“Il 2020 è stato l’anno di svolta della mia carriera. A fine 2019 ero senza contratto e avevo quasi pensato di smettere, poi sono arrivati Luca Scinto e Angelo Citracca che mi hanno dato una possibilità e da quella stagione ho cominciato a fare il corridore professionista. Ho iniziato bene la stagione, poi è arrivata la pandemia, ma quando siamo tornati a correre mi sono fatto trovare subito pronto e questo mi ha permesso di essere notato da alcune squadre, tra cui l’Intermarchè Wanty”. 

Nel 2022 hai conquistato la tua prima vittoria da professionista: cosa hai provato in quel momento e quanto ha significato per te?

“Non sono mai stato un vincente, ma sono sempre stato abbastanza costante e nel ciclismo moderno questo è un aspetto da non sottovalutare, perché un aspetto di primaria importanza è il correre per i punti per non perdere la licenza World Tour. L’essere costante ti permette di essere un uomo su cui la squadra può contare ma allo stesso tempo viene un po’ a mancare quel picco di forma di un paio di settimane l’anno che può essere utile per poter provare a vincere e quindi togliersi qualche soddisfazione personale”. 

C’è una corsa che sogni di vincere più di tutte le altre? Se sì, perché proprio quella?

“Ho sempre avuto un debole per la Strade Bianche. Il percorso mi affascina molto ed è diversa rispetto a tutte le altre corse. Questa è la corsa che sogno”. 

Il ciclismo è uno sport di squadra ma anche molto individuale: che aria si respira all’interno del Team?

“Mi trovo molto bene in squadra, sono sempre stato trattato benissimo e non posso proprio lamentarmi. C’è un bel clima con tutti, dai compagni allo staff e per me negli anni è diventata come una seconda famiglia”. 

Quanto influisce la diversità della lingua?

“All’inizio tanto perché essendo ancora Professional la maggior parte delle persone parlavano il francese e facevo fatica. Dal 2021, con la licenza World Tour c’è stato un cambiamento e la lingua primaria è diventata l’inglese; ho comunque fatto un po’ di fatica all’inizio c’è stato una sorta di periodo di adattamento, ma ora non ci sono problemi”. 

Negli ultimi anni il ciclismo è cambiato molto, anche a livello tecnologico e di preparazione. Come ti sei adattato a questi cambiamenti?

“Non mi sono ancora adattato fino in fondo. Dal 2020 secondo me c’è stata una grande svolta nel ciclismo, in termini di tecnologia, preparazione e nel modo di correre. Ogni gara viene corsa a tutta, sin dai primi km, i ritmi in gruppo si sono alzati così come il livello dei corridori, dovendo quindi sempre essere alla ricerca di quei marginal gains che nel ciclismo moderno fanno una grande differenza”. 

Quali saranno le tue prossime corse in programma? 

“Ardenne, quindi Amstel, Freccia, Liegi e Francoforte”.

Con l’Intermarchè-Wanty hai un contratto fino al 2026. Quali gli obiettivi per quest’anno? 

“L’obiettivo principale come squadra è quello di rimanere tra i primi 18 team per garantirci la licenza World Tour e quindi corriamo con l’obiettivo di fare più punti possibili. Dal prossimo anno poi sarò in scadenza e quindi dovrò cercare di fare del mio meglio per riuscire ad ottenere un buon contratto per le stagioni successive, sperando di avere un po’ più di fortuna rispetto a questo inizio di stagione”. 

Nonostante i momenti difficili che hai avuto, che hai e che gli atleti nella loro carriera affrontano, che cosa ti spinge a lottare ogni giorno?

“La mia motivazione più grande è quella di non ritornare ad essere il corridore che ero prima di correre in Vini-Zabù – KTM, questo è ciò che mi spinge a dare ogni giorno il 100%. Se penso alle stagioni prima del 2020, vedo un Lorenzo non felice ed è proprio per questo motivo che sto facendo di tutto per continuare a crescere sia come uomo che come corridore”. 

Fonte: OA Sport – Articolo completo

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