Robert Kubica è stato uno dei protagonisti principali della 24 ore di Le Mans 2025, disputatasi settimana scorsa, quale componente dell’equipaggio della Ferrari n.83 privata AF Corse impostasi nella leggendaria gara francese. Assieme al polacco, hanno trionfato il cinese Yifei Ye e il britannico Phil Hanson.
La storia del quarantenne mitteleuropeo è risaputa, sarebbe stucchevole ricordarla per l’ennesima volta. Cionondimeno, per contestualizzare quanto segue, è doveroso ricordare che si parla di un pilota di vertice in F1, la cui carriera è stata spezzata da un incidente durante un rally nel febbraio 2011. Nonostante le gravissime ferite riportate a un braccio, ha comunque proseguito la sua attività agonistica.
Kubica, che in F1 ha corso dal 2006 al 2010 (ottenendo una vittoria, dodici podi e il quarto posto nel Mondiale 2008) è successivamente tornato nel Circus gareggiando con Williams nel 2019 (quando l’auto era nettamente la peggiore dello schieramento) per poi fare da test driver Alfa Romeo tra il 2020 e il 2022, con altre due presenze in sostituzione di Kimi Räikkönen nel 2021.
Impegnato nell’Endurance dal 2021, Robert è tornato in auge anche dal punto di vista mainstream dopo il successo nella 24 Ore di Le Mans. Intervistato dalla BBC, quindi dai britannici in brodo di giuggiole per il contemporaneo trionfo di Hanson, il polacco ha rilasciato una serie dichiarazioni molto interessanti riguardo il suo passato e ciò che potrà essere il suo futuro. Non sono mancati i proverbiali sassolini tolti dalle scarpe.
“Non penso che il mio incidente abbia ridotto la mia abilità nella guida. Se qualcuno aveva dei dubbi in passato, ho dimostrato che quei dubbi non avrebbero dovuto esistere. Quando guido, sono felice. Mi ricordo molti commenti quando sono tornato in F1. Lo capivo, guardando la mia mano è ovvio che mi venissero poste delle domande. Però, se non fossi stato in grado di guidare una F1, non sarei mai tornato.
Invece qualche persona ha fatto commenti che mi hanno amareggiato e me li ricordo. Io non avrei mai fatto un comeback solo per questioni di marketing o per fare il pupazzo. D’accordo, il mio braccio destro non è più quello che era prima dell’incidente e ho delle limitazioni nella vita di tutti i giorni molto superiori a quelle che posso avere nel guidare un’auto da corsa.
Eppure, quando sono tornato in Formula 1 nel 2019, in tanti mi hanno messo all’indice. Addirittura sono stato etichettato come un pericolo. Chissà come mai, nessuno di loro si sta facendo sentire. Nel 2022, quando è finita la mia esperienza con Alfa Romeo, mi sono chiesto se fosse il caso di smettere. Ho deciso di proseguire, perché per me correre in auto significa essere in vacanza tutto l’anno.
Le corse, per me, sono tutto. Sinceramente, non saprei cosa fare se non fossi impegnato in pista. Smettere sarebbe stata una decisione enorme e spaventosa. La passione c’è ancora, il fuoco anche. È il mio motore interiore ed è ciò che mi spinge a proseguire nella mia carriera”.
Insomma, Kubica “non le manda a dire” e finalmente può permetterselo. Personalità forte, talento sopraffino e una carriera potenzialmente ancora lunga davanti sé. A dicembre spegnerà 41 candeline, nell’Endurance si può andare avanti ancora a lungo ed essere felici come lo è lui.
Fonte: OA Sport – Articolo completo