Bianca Seregni, atleta delle Fiamme Oro, ha colto uno splendido secondo posto nella tappa italiana delle World Triathlon Championship Series, andata in scena ad Alghero a fine maggio su distanza olimpica (1.5 km di nuoto, 40 km di ciclismo e 10 km di corsa), venendo battuta soltanto dalla campionessa olimpica in carica, la transalpina Cassandre Beaugrand. L’azzurra, ad OA Sport, ha parlato delle emozioni vissute in Sardegna, per poi tracciare il percorso che conduce alle Olimpiadi di Los Angeles 2028.
Il podio nelle World Series ad Alghero ti fa entrare definitivamente in una nuova dimensione?
“Sì, è stato il mio primo podio nelle World Triathlon Championship Series. Quindi sono entrata in un in un’altra dimensione. Questo mi fa capire che posso stare lì davanti, anche nel top della serie mondiale. Anche perché poi si è ad un altro livello rispetto a quello della Word Cup, al massimo livello mondiale“.
Quali margini di miglioramento pensi di avere ancora nelle tre specialità?
“Tutti mi dicono che ho ancora tanti margini di miglioramento. Nel nuoto magari sono abbastanza più solida e quindi ho meno margine, e devo lavorare per mantenere il livello, perché appunto è anche la mia frazione più forte, mentre nella bici e nella corsa ho ancora tanti margini. Un motivo è che in passato non ho mai avuto allenatori che mi hanno fatto esagerare e che mi hanno spremuta, quindi ho ancora margini“.
Per le tue caratteristiche, preferisci maggiormente il format olimpico classico o quello sprint della staffetta mista?
“Il mio preferito è il format olimpico classico, quello che è alle Olimpiadi, ed è ancora sport olimpico con questa distanza“.
Per quale motivo l’Italia, nonostante investimenti importanti, ha fatto così fatica ad emergere nel triathlon a livello mondiale? E cosa manca per compiere l’ultimo e decisivo scalino?
“Non abbiamo mai avuto atleti che sono emersi o che sono stati davanti nelle prime posizioni, non hanno fatto carriera, come altre Nazioni, che invece nel triathlon sono più solide. Manca un po’ la cultura generale del triathlon in Italia, diciamo che è poco conosciuto e supportato. C’è una conoscenza di base che è inferiore ad altre Nazioni, quindi è un po’ un guardare anche alle altre Nazioni, e per la Federazione evolversi, copiarle, e far crescere atleti“.
Quali obiettivi ti sei prefissata per la stagione in corso?
“Avevo l’obiettivo di gareggiare solida nelle gare di World Triathlon Championship Series, e dato il secondo posto, questo obiettivo è stato pienamente raggiunto. Voglio anche raggiungere una solidità in tutte le gare nel circuito e quindi arrivare alla sua fine in una buona posizione, possiamo dire in top 5, questo è il mio obiettivo. Il 2025 è una stagione abbastanza libera, perché poi i punti per la qualifica (olimpica, ndr) si fanno dal 2026“.
Puntare al podio con regolarità nelle World Series è il nuovo focus che ti sei prefissata?
“È qualcosa che so che adesso posso fare, quando uno si mette in gioco per gareggiare, prova a puntare il podio con regolarità“.
Mancano ancora tre anni abbondanti a Los Angeles 2028. Pensi di arrivarci per giocarti una medaglia?
“Sì, l’obiettivo è appunto la medaglia a Los Angeles 2028, Parigi 2024 è stata la mia prima Olimpiade, non sono stata soddisfatta del risultato, soprattutto perché ha giocato l’inesperienza. Sono stata un po’ sorpresa da tutto il contorno e poco concentrata sulla gara. A Los Angeles voglio arrivare più preparata, arrivo e so cosa mi aspetta: so che cos’è il Villaggio Olimpico e so che cosa vuol dire essere presente in quell’evento, sono tutte cose che si conoscono con l’esperienza, quindi quello è l’obiettivo“.
Per chi inizia a praticare triathlon, è meglio arrivare dal nuoto o dall’atletica?
“Forse è meglio arrivare dal nuoto, o dall’atletica ma sapendo nuotare. A questi livelli devi essere già da subito davanti, spesso chi arriva dalla corsa, e comunque il nuoto è un gradino un po’ più faticoso, poi fa fatica. Non basta correre forte, ma devi essere anche davanti nel primo gruppo, quindi uscire dal nuoto già davanti. Anche dall’atletica ma sapendo nuotare, quindi avere un nuoto solido e poi una corsa molto forte, però è difficile“.
Chi è Bianca Seregni nella vita di tutti i giorni?
“Sono una ragazza appassionata allo sport in generale, soprattutto a quelli individuali, appassionata alla natura, all’aria aperta, alle attività in generale. Mi piace stare in movimento e scoprire nuovi posti, ho molto interesse per la musica, per la lettura e per le lingue. Ho fatto in passato il liceo linguistico, dove ho messo un po’ le basi per inglese, spagnolo e tedesco. Adesso, essendo in Germania, mi sto cimentando più nella lingua, sono una ragazza molto grintosa e determinata, che vuole raggiungere gli obiettivi che si prefissa nella vita. In questo mi ritengo molto determinata e molto costante, ho voglia di fare e di arrivare. Spesso ho troppa fretta nelle cose, penso subito a quello che c’è dopo ed a quello dove voglio arrivare, e voglio arrivarci subito, magari mi godo meno il percorso per puntare all’arrivo. In generale mi piace prefissarmi degli obiettivi, arrivarci, e lavorare sodo per raggiungerli ed essere poi soddisfatta“.
Fonte: OA Sport – Articolo completo