Il golf mondiale si appresta a vivere il 3º Major della stagione, lo U.S. Open, evento che verrà ospitato, per la sua 125esima edizione, all’Oakmont Golf Club, circolo che ha ospitato più di tutti gli altri questo storico torneo (sono ben 10 le edizioni disputate qui in Pennsylvania).
Inaugurato nel 1903, lo U.S. Open andrà in scena dal 12 al 15 giugno su un percorso che darà del filo da torcere ai 156 partecipanti. La lunghezza è di ben 7.372 yarde e a difendere sarà lo statunitense Bryson DeChambeau. Qui, il classe ‘93 ormai sul LIV Tour da diversi anni, sarà chiamato ad un’impresa per difendersi dagli attacchi dei molti avversari. Tra essi anche ben 3 azzurri, arrivati ad avere una chance di conquistare il primo Major grazie alle qualifiche: Andrea Pavan, Guido Migliozzi ed Edoardo Molinari.
Ecco le buche ai raggi X:
Buca 1 – par 4 488 yards: una delle buche di apertura più impegnative del mondo, questo par 4 di 488 yards richiede un tee shot preciso seguito da un approccio al green quantomeno complesso. Andare via con un par qui è un ottimo inizio.
Buca 2 – par 4 346 yards: questo breve par 4 offre molteplici opzioni strategiche, a seconda di quanto aggressivo un giocatore voglia essere fuori dal tee. Un fossato e un bunker ben posizionati richiedono molta precisione. Occhio a non andare lunghi al green. Due putt da sopra la buca non sono un compito facile.
Buca 3 – par 4 462 yards: uno dei par 4 più difficili del paese. A renderlo complesso il famoso bunker sulla sinistra e i tanti pot bunker sulla destra. Prendere il fairway non è scontato soprattutto se entra vento.
Buca 4 – par 5 611 yards: si torna indietro rispetto alla 3 e quindi il lato sinistro di questo par 5 è scoraggiante, mentre i bunker e l’altissimo rough a destra rendono la buca una vera e propria sfida. I giocatori più lunghi possono raggiungere il green in due, ma per avere una chance da eagle il secondo colpo, cieco, deve essere giocato a memoria.
Buca 5 – par 4 408 yards: un tee shot cieco crea un approccio a un green davvero mosso. Il Birdie è una possibilità reale, ma solo se entrambi i colpi sono ben posizionati. Altrimenti, andarsene con un bogey non è un brutto risultato.
Buca 6 – par 3 200 yards: il primo dei par 3 di Oakmont richiede precisione. Puntare al centro del green è fondamentale, poiché un errore a sinistra o a destra riduce significativamente le possibilità di uscire con un par.
Buca 7 – par 4 485 yards: fuori dal tee, i giocatori devono decidere tra un gioco più sicuro a destra, la parte più ampia del fairway o una linea più aggressiva a sinistra per un approccio più corto. Il green, a più livelli, richiede un controllo preciso della distanza con il 2º colpo.
Buca 8 – par 3 289 yards: uno dei par 3 più lunghi del mondo, l’ottavo green è più ricettivo a un volo di palla da destra a sinistra.
Buca 9 – par 4 472 yards: tee shot cieco, un famigerato fossato che incombe sulla sinistra e bunker che fiancheggiano la destra, rendono questa una delle buche più impegnative di tutto l’Oakmont. Incorniciato dalla storica clubhouse e collegato al green di pratica, la 9 presenta uno dei green più iconici del golf mondiale.
Buca 10 – par 4 447 yards: questo par 4 in discesa ha uno dei fairway più stretti del percorso, con bunker su entrambi i lati e un ostacolo d’acqua che lo interseca. Il tee shot richiede precisione e controllo della distanza. Il green è in forte pendenza da destra a sinistra e da davanti a dietro, rendendo le chance da birdie minime.
Buca 11 – par 4 391 yards: la 11 è meglio giocarla sul lato sinistro del fairway, dove un rialzamento in cima ad un mount offre l’angolo d’attacco ideale al green, relativamente pianeggiante ma nonostante questo insidioso.
Buca 12 – par 5 632 yards: l’ultimo par 5 di Oakmont richiede tre colpi ben eseguiti. Bunker e fossati su entrambi i lati richiedono un gioco strategico. Il green è in forte pendenza da davanti a dietro, rendendo difficile tenere gli attacchi.
Buca 13 – par 3 182 yards: la 13 richiede un ferro medio corto ben dosato e ben studiato. L’atterraggio sul green, infatti, è uno dei più difficili per via delle tante pendenze che possono far uscire la pallina. Rimanere sotto la buca è essenziale per qualsiasi realistica possibilità di birdie o par.
Buca 14 – par 4 379 yards: una delle poche opportunità di birdie a Oakmont. Dopo il tee shot, leggermente stretto, la buca è “quasi” fatta.
Buca 15 – par 4 507 yards: lungo par 4 che presenta un tee shot cieco verso un fairway che digrada da sinistra a destra. Uscire con un par qui alla 15 può instradare in maniera positiva verso l’ultimo stretch di buche.
Buca 16 – par 3 236 yards: bel par 3. Servirà un ferro lungo dal tee per cercare di piazzare la palla nel migliore settore del green. A difesa c’è uno “splendido” bunker lungo e stretto che percorre tutto il lato sinistro del green.
Buca 17 – par 4 312 yards: Per giocare questa buca si possono usare diverse strategie, ma ognuna richiede un tiro ben eseguito a un certo punto per assicurarsi un par o un birdie. Tee shot leggermente in salita, poi la buca si apre. Due bunker sul fairway alla sinistra e poi 3 bunker del green difesa di una delle buche forse più facili.
Buca 18 – par 4 502 yards: iconico par 4 che finisce, ovviamente, in club house. Diverse le insidie sul tee shot, il green, invece, è pressoché un quadrato con pendenze difficili da leggere per chiunque.
Fonte: OA Sport – Articolo completo